DEI PROPOSITI PER IL NUOVO ANNO

Oramai è un rito: quando l’anno in corso si sta per concludere devi recitare delle formule magiche, esprimere dei desideri preconfezionati, pregare l’anno venturo affinché ti conceda di essere migliore di come sei stato, di come sei. Ma davvero questi buoni propositi ci aiutano? Contando che stilo la lista dei miei buoni propositi ogni anno da almeno dieci anni, sono davvero dieci volte migliore di come ero a quattordici anni? Propendo per il no. Le mie decisioni, quelle importanti, non le ho mai scritte nel foglietto dei buoni propositi ma mi sono sempre capitate, non le ho decise ma sono emerse con il moto ondoso dei ragionamenti quotidiani che si affastellano nella coscienza senza che me ne renda conto fino a quando l’estrema decisione mi capita tra capo e collo e allora si che la devo prendere, non posso rimandare all’anno nuovo. Tornando al foglietto dei buoni propositi, lo descriverei come un imbarazzante indice di pensieri obbligati, un po’ come quando, a catechismo, ti portavano a fare la confessione e tu, che in realtà pensavi di essere stato buono, non avevi nulla da dire al prete, non avevi bisogno di confessare proprio un bel niente e allora partiva il: “Non sono stato tanto buono con mamma e papà, ogni tanto dico le parolacce, non voglio andare a letto presto…”. Questa meccanica del rinnovamento non la trovo salutare, è anzi controproducente dal momento che questi poco sentiti buoni propositi non si realizzano mai e allora si finisce per credere che si rimarrà sempre uguali a se stessi, sempre fedeli ai propri difetti e sempre poco amati dal fato. L’unica cosa che ho chiesto ultimamente al nuovo anno è stata quella di smettere di fumare, lo farò anche quest’anno conscia che non avverrà in automatico ma che una molla un giorno scatterà: mi sveglierò, fumerò la mia ultima sigaretta, annoterò sul diario quest’ultimo piacere al profumo di tabacco e getterò via cartine, filtri e Golden virginia. I buoni propositi di fine anno sono avversi allo scorrere dei pensieri, al crescere della consapevolezza, al rifluire delle decisioni, al maturare del germoglio che c’è in noi. Io ho deciso che il 31 dicembre mi vorrò bene così come sono, con i miei difetti e le mie contraddizioni, rimanderò il lifting della personalità a quando sentirò la chiamata del dio chirurgo e realizzerò che c’è qualche spigolatura antiestetica da smussare. Proporrò a me stessa solo auguri a breve termine: vorrei che tutti apprezzassero il mio “Quasi panettone vegan” dicendo:” Ma davvero non ci sono uova-burro-latte??”, che mi raccontassero :”Ma lo sai che ho un amico/collega veg*?” oppure che :”Nemmeno io sai mangio tanta carne…infondo non è così strano…”. Per i miei progetti di conquista del mondo con dittatura vegan annessa c’è ancora tempo, intanto mi limito a festeggiare il 2013 con stelline luminose e spumante e a sperare che la sbornia del primo dell’anno non sia determinata a trasformarsi in un buon proposito per il 2014: non bere tanto come l’anno scorso.

Una risposta a “DEI PROPOSITI PER IL NUOVO ANNO”

  1. L’unico buon proposito per il 2013? Stare più tempo con la mia stronzissima cuoc-amica vegana e farmi coccolare dai suoi dolcetti e dai suoi appetizer (ti piace questa ahn?). Un buon prosecchino e via, vogliamoci bene così come siamo, che non siamo così male in fondo.

    Buon 2013 vegani felici 😀

Lascia un commento