UN APPELLO: FATEMI MANGIARE “CON” E NON “SENZA”

Sabato scorso, un brutto temporale annuciato e poi non pervenuto ha scombinato l’avido piano, mio e delle mie prodi amiche, di fare l’aperitivo del non-ritorno in quel di Mirano.
Dopo aver scartato i piani di riserva dalla B alla L abbiamo tentato la sorte in un agriturismo di fiducia che mi ha sempre preparato verdure di stagione spettacolari nonchè quello che per me è il suo indiscusso piatto forte: i fagioli coi funghi.
Siamo entrate piene di speranze (nonostante la mole delle macchine posteggiate avesse travaricato il parcheggio predisposto per riversarsi in strada) e piene di fame, pronte anche ad accettare un tavolino di fortuna in gurdaroba o nelle cucine e con gli occhioni da cerbiatto pronti “in scarsea” (nella tasca) ma… nulla, ci cacciarono, erano sold out.
Oramai disperse per la campagnia venezio-trevigiana (in una classica terra di nessuno) abbiamo deciso di dirigerci in un pub che sembrava poco distante ma che in realtà, anche grazie ad un navigatore sui generis, non era poi così vicino.
Anchè lì, pare che tutti gli abitanti di quei luoghi ameni (e dategli torto…) abbiano deciso di incontrarsi in tal classico luogo d’aggregazione che è il pub. Il punto è che a noi, a quel punto di aggregarci non ce ne freagava proprio nulla: avevamo fame. Attendiamo quasi tre quarti d’ora ingannando il tempo con un birretta bionda costosissima (e chi lo sapeva?) e un pacchetto di crakers che ci siamo smezzate sottobanco.
Finalmente chiamano il “tavolo Giulia” , che saremmo state noi, e ci accomodiamo: il listino è immenso. Mi concentro e dopo un po’ mi accorgo che, l’unica pietanza che mi permette di dire un solo “senza” durante l’ordinazione, è la pizza alle verdure. Così la ordino:” Per me una pizza alle verdure senza mozzarella”.
Ogni volta a farsi i calcoli di quanti “senza” servono per l’ordinazione, di quanti “senza” e “al posto di” ti tocca infilare nella stessa frase, diciamolo è un po’ pesante.
Anche perchè io non mi sento di “mangiare senza”, io “mangio con”: mangio con fame, allegria, voglia di gusto. E allora chiedo ai gestori di farmi “mangiare con”, di creare almeno un’alternativa per me da poter ordinare in direttissima, esaudite questo recondito desiderio. Mi rendo conto che se vado in un ristorante specialità pesce me la vado a cercare ma in un pub mi sento di poter avanzare questa richiesta: siamo in tanti a voler “mangiare con” e che invece ci ritroviamo a dover mangiare sempre “senza”. Metteteci una bella W verde (simbolo della Guida Verde ai ristoranti italiani che indica presenza di piatti vegani) accanto ad un paio di panini, orsù: verdure grigliate e salsa ai peperoni; funghi, spinaci e patè d’olive. Eccole due idee facili, realizzabili con gli ingredienti che si userebbero per altre piatenze senza “robe strane” (seitan, tofu etc).
Ho letto che hanno inventato una doccia che si può fare da distesi, ma io un panino tutto vegetale al pub lo devo ancora trovare.

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