Se dovessi pensare ad un solo aggettivo con cui descrivere mia mamma direi “buona”, sì, perché lei conosce la cattiveria solo quando le va il sangue alla testa, in quei rari momenti di sfogo in cui dice cose che non pensa. Se mi fosse concesso un secondo aggettivo direi che è comprensiva, che si sa mettere nei panni altrui, che si è saputa mettere nei miei, di panni, quando le ho comunicato che sarei diventata vegetariana e poi vegana, e lo ha fatto subito perché mi ha letto negli occhi la testardaggine di chi sa di essere nel giusto, ha captato quella risolutezza che sembrava, all’apparenza, cozzare con la voce tremolante e gli occhi umidi. Senza sollevare la minima perplessità ha iniziato a fare diversamente la spesa e dopo poco tempo è tornata a casa, la sera, con un libro di cucina vegetariana: quel gesto ha sancito tacitamente non solo la definitiva accettazione, ma anche l’appoggio incondizionato. Il terzo aggettivo che mi viene in mente è silenziosa, non di voce, ma di sentimenti: le cose le cambiano dentro ma non lo dice a nessuno, lo si capisce però, attraverso i fatti, testimonianza delle idee che le macinano in testa. Ed è così che silenziosamente, senza annunci, senza clamori, ha preso la sua decisone: è vegetariana anche lei ora. E dunque, da ultimo, perché se lo merita davvero, mia mamma è anche coraggiosa, perché cambiare così a cinquant’anni non è cosa da poco, lei si espone alle critiche più di me: si trova a fronteggiare la vecchia generazione, suo malgrado più tradizionalista e gli amici di sempre che questo cambiamento proprio non lo capiscono. E se qualcuno la critica apertamente lei rincara la dose e dice che sua figlia, che sarei io, è addirittura vegana, e lo fa perché è fiera della mia scelta perché è una scelta fatta da me, con il cuore e che mi rende felice.
Che dolci che siete entrambe <3
Grazie Pamela…visto che i genitori non si scelgono, io sono stata molto fortunata! 🙂