Auguri Gaia, dammi il radicchietto

Foto-ricordo n°1

Vi pare strano che regga una terrina di insalata vestita a festa e circondata da una marea di persone? Forse sì, ma chi è vegan sa che bisogna essere pronti a tutto e che le situazioni più paradossali diventano la normalità.
Qui sono a Venezia, alla festicciola a sorpresa della mia amica Gaia (detta “nonna”, ma non fatevi strane idee…non è anziana e non ha nulla che possa ricordare una vecchietta, in realtà è un soprannome nato per caso che però non è mai passato di moda). Ebbene, siamo lì, di fronte a questa osteria popolata da persone davvero simpatiche e cordiali quando l’oste mi fa la fatidica domanda:”Sei tu la ragazza vegana?” ed è lì che mi propongono il tripudio di insalata: benissimo, non avevo molta fame e oltretutto ero afflitta da un fastidioso e quel punto anche abbastanza preoccupante, blocco intestinale, non so se mi spiego. L’unico problema è stato gustare quel cumulo di vegetazione in piedi, non solo per il peso specifico della terrina di vetro ma perché io sono una “potacciona” cioè una che disperde il cibo nell’etere, mi sbrodolo, perdo pezzi dalla forchetta etc. Dunque il mio lungo vestito verde è diventato lo sfondo di pomodorini, carciofini e rucola ma, proprio quando iniziavo a cedere, Marzia mi ha chiesto se poteva rubarmi del radicchietto e allora le amiche iniziano a pescare foglioline con le dita direttamente dalla mia ciotola:stupendo, così ho potuto recuperare il mio bicchiere abbandonato per lungo tempo nelle mani del povero Cillo.
Poi (dopo prosecchini, regali, risate, foto….) arriva il momento delle torte, gentilmente preparate da Vane che stupendamente ha deciso che una delle due torte doveva essere vegan e di Vegan Cucina Felice quindi, incredibile ma vero, mi sono mangiata due maxi fette di  Torta amiche mie al cioccolato.
La voglia di restare fino a notte era tanta perché la compagnia era delle migliori e perché Venezia sa essere accogliente come pochi posti al mondo ma purtroppo era lunedì sera…dopo esserci illusi per qualche ora che fosse venerdì  abbiamo tirato i remi in barca e siamo tornati in terraferma con un’unica certezza: domani vorrò morire.

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