5 buoni propositi fattibili per il 2017

Buoni propositi 2017

 

Odio i buoni propositi ma non averne nemmeno uno mi fa sentire tremendamente in colpa. È per questo che non li sopporto: è come stare a godersi l’ozio post natalizio circondati da sportivi che si uccidono di addominali in palestra.

Proprio come il famoso “a dieta da lunedì” che poi è sempre da martedì, e se martedì hai avuto una brutta giornata al lavoro anche da mercoledì (ma poi è già quasi weekend dunque, a quel punto, si rimanda al lunedì), non riesco a capire dove stia il vantaggio del fare testamento alla fine di un ciclo di eventi.

Trovo che sia decisamente controproducente per almeno 3 motivi:

1# Si rimanda il cambiamento di 12 mesi: “Ma sì, tanto poi da gennaio smetto”
2# Analizzarsi di punto in bianco può creare degli scompensi non da poco:”Oddio ma come ho fatto a ingrassare di 5 chili?” (disse colei che si pesa a fine dicembre dopo mesi di noncuranza)
3# Si riparte con il fardello dell’imperfezione da correggere:”Mi sento grassa ma rimedierò”

Assieme ai buoni propositi, mi è insopportabile anche Bridget Jones, la regina del “dadomanismetto” con il suo diario, i barattoli di gelato consumati davanti alla tv e i genitori inarginabili. Unico punto a favore: gli amici, sant’uomini. Cambia, vuole cambiare, ci riesce, non ci riesce? Chissà. Invece di annotare, avrebbe potuto seguire un corso di ginnastica posturale ed essere un po’ più indulgente con se’ stessa: meno drama queen, più azione.

Non poteva essere solamente una donna normale, vagamente sovrappeso, un po’ troppo incline al fumo, all’alcool e alle figure di m.? Invece no, la si è fatta pasticciona, esageratamente insicura, con le guance più rubiconde che io abbia mai visto: dalla normalità ne è uscita un’esuberante macchietta che finisce per trovare l’amore in mutandoni e cappotto. Insopportabile.

Buoni propositi 2017

 

Siamo quel che siamo tutto l’anno, non c’è bisogno di sottolineare le nostre pecche al dodicesimo mese, quando ormai non c’è più nulla da fare, e per giunta ordinarle per punti. Lo trovo crudele, inutile, superfluo.
Perché allora mi ritrovo a scrivere 5 buoni propositi qui, sul mio blog? I motivi sono essenzialmente due: il primo è che ogni tanto predico bene e razzolo male, il secondo è che per la consapevolezza di sé non ci sono momenti prestabiliti. Io sento che è il mese giusto per esprimere 5 desideri realizzabili e lo farò.

I miei 5 buoni propositi fattibili per il 2017 sono:

5# Fare la spesa di meno e farla meglio
In poche parole: più autoproduzione (senza rinunciare all’aperitivo settimanale con le amiche), più gluten free, più crudo, meno zucchero.

4# Giocare d’astuzia con le verdure
Compro sempre verdure che arrivano direttamente dal campo del contadino: sono ingombranti e piene di terra. Per l’anno venturo mi ripropongo di lavarle, mondarle e congelarne una parte entro i due giorni dall’acquisto.

3# Prendere la buona abitudine dell’estratto
Sono una pigrona: al solo pensiero di smontare e pulire l’estrattore dopo averlo usato mi passa la voglia dell’estratto. Voglio creare un’appuntamento fisso a cui non dire mai di no.

2# Dedicare 15 minuti al giorno solo a me
I compiti da adempiere necessariamente come lavarsi e prepararsi il pranzo non sono ricompresi nella categoria.

1# Tenere conto delle spese
Di TUTTE le spese. Nel 2016 l’app sul cellulare ha fatto fiasco, quest’anno punto sul Kakebo e incrocio le dita.

Buon 2017 e si salvi chi può, almeno dai buoni propositi!

 

 

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